Diritti dei lavoratori e mondiali del 2034: un allerta da HRW

Le morti nei cantieri sauditi per i mondiali 2034 pongono interrogativi inquietanti sui diritti dei lavoratori.

I Mondiali di calcio del 2034, assegnati all’Arabia Saudita, si preannunciano come un evento controverso, non solo per il palcoscenico sportivo ma anche per le ombre che si allungano sui diritti dei lavoratori. Human Rights Watch (HRW) ha recentemente pubblicato un rapporto che denuncia le gravi violazioni subite dai lavoratori immigrati nel Regno, ponendo interrogativi sull’etica dell’assegnazione di un evento così prestigioso a un paese con un passato tanto problematico. È un argomento che merita attenzione e riflessione, specialmente per chi ama il calcio e crede nei valori fondamentali dello sport.

Le testimonianze allarmanti

Nel rapporto, HRW ha intervistato 31 famiglie di lavoratori provenienti da paesi come Bangladesh, India e Nepal, molti dei quali hanno perso la vita mentre lavoravano ai cantieri dei cosiddetti “megaprogetti”. Questi operai, di età compresa tra i 23 e i 52 anni, sono stati vittime di incidenti che, secondo l’organizzazione, avrebbero potuto essere evitati. E non si tratta solo di infortuni: molti di questi decessi non sono stati nemmeno classificati come incidenti sul lavoro, lasciando le famiglie senza alcun risarcimento. È una situazione che grida vendetta, eppure sembra passare in secondo piano rispetto al clamore dei preparativi per il torneo.

Un ambiente di lavoro ad alto rischio

Secondo Michael Page, vicedirettore di HRW per il Medio Oriente e il Nord Africa, l’Arabia Saudita è un ambiente di lavoro estremamente pericoloso. Le descrizioni di incidenti mortali, come folgorazioni, schiacciamenti e decapitazioni, fanno rabbrividire. Non ci si può stupire, quindi, che molti si chiedano se la FIFA non debba assumersi una certa responsabilità nel garantire che la costruzione di stadi e infrastrutture avvenga in condizioni di sicurezza adeguate. Ma, come molti sanno, il profitto spesso prevale sulla sicurezza, creando un dilemma etico che non può essere ignorato.

Le lacune nel sistema di protezione dei lavoratori

Ma quali sono le cause di questo disastroso bilancio di vittime? L’esposizione prolungata a condizioni climatiche estreme, la mancanza di applicazione delle leggi sul lavoro e l’assenza di libertà sindacale e di espressione sono solo alcune delle problematiche che rendono il lavoro in Arabia Saudita un calvario per molti. Come ha messo in evidenza Ambet Yuson, segretario generale della Federazione internazionale dei sindacati dell’edilizia e del legno, nessun organismo è attualmente in grado di documentare il numero esatto di decessi. Insomma, la costruzione di città intelligenti e stadi non dovrebbe avvenire «sulle spalle dei lavoratori morti», come ben sottolineato nel rapporto di HRW.

Un silenzio inquietante

È allarmante notare che le squadre di HRW e BWI sono state escluse dall’Arabia Saudita per condurre indagini. Questo divieto ricorda la situazione in Qatar prima dei Mondiali del 2022, un precedente che dovrebbe far riflettere. La mancanza di trasparenza e la paura di rivelare verità scomode sollevano ulteriori domande su cosa accadrà nei prossimi anni mentre ci avviciniamo ai mondiali del 2034. È un viaggio che, personalmente, trovo inquietante. Le parole di Nicholas McGeehan, fondatore di FairSquare, risuonano forti: «È quasi certo che migliaia di lavoratori direttamente collegati alla Coppa del Mondo moriranno, e questo è inaccettabile».

La responsabilità della FIFA

La FIFA, in quanto organizzazione responsabile della supervisione della costruzione degli stadi e dello sviluppo delle infrastrutture, non può tirarsi indietro. Questo è un aspetto che molti appassionati di calcio non considerano quando pensano a un evento sportivo così grande. Eppure, la questione dei diritti umani dovrebbe essere al centro del dibattito. È ora di chiedere che lo sport sia un veicolo di giustizia e non di sfruttamento. D’altronde, chi ama il calcio non può ignorare il sacrificio di coloro che lavorano dietro le quinte per rendere possibile questo spettacolo.

Un futuro incerto

Mentre ci prepariamo ad assistere a uno dei tornei più attesi al mondo, non possiamo dimenticare le vite che sono in gioco. La questione dei diritti dei lavoratori nei mondiali di calcio del 2034 non è solo un tema da dibattito, ma un appello all’azione. Ricordo quando, da giovane tifoso, sognavo di vedere le stelle del calcio in campo, senza mai pensare a cosa accadeva dietro le quinte. È tempo di cambiare questo paradigma e di garantire che gli eventi sportivi non siano solo un palcoscenico per il talento, ma anche un’opportunità per promuovere la giustizia e il rispetto per i diritti umani.

Scritto da AiAdhubMedia

Milan Bologna: le formazioni probabili per la finale di Coppa Italia

Giovanni Padovani: l’ombra dell’omicidio sulla carriera di un ex calciatore