Un girone di qualificazione da dimenticare – Guida completa

Un'altra volta, l'Italia si è ritrovata a fare le valigie senza nemmeno aver avuto il tempo di salutare il suo sogno mondiali. Già, perché il 2022 è sta...

Un’altra volta, l’Italia si è ritrovata a fare le valigie senza nemmeno aver avuto il tempo di salutare il suo sogno mondiali. Già, perché il 2022 è stato l’anno in cui i tifosi azzurri hanno dovuto affrontare una delle più grandi delusioni calcistiche: la Nazionale ha perso contro la Macedonia del Nord e, di conseguenza, ha dovuto dire addio ai Mondiali che si sono svolti in Qatar. E qui non stiamo parlando di una passeggiata nel parco, ma di una vera e propria tragedia sportiva che ha scosso il cuore di molti. Diciamolo: ci siamo abituati a vincere, non a restare a guardare gli altri sollevare il trofeo.

Un girone di qualificazione da dimenticare

La verità è che l’Italia si è complicata la vita da sola. Con un girone di qualificazione che, a dirla tutta, sembrava un gioco da ragazzi, gli azzurri hanno fatto di tutto per rendere le cose più difficili. Quattro pareggi nelle ultime cinque partite? Sì, esatto. E il gol sbagliato da Jorginho al minuto 89 contro la Svizzera? È diventato l’emblema di una squadra che sembrava più una comitiva di amici che una vera Nazionale. Ma chi non ha mai sbagliato un rigore, dico io? (Ok, magari non in un momento così cruciale).

E così, la Svizzera ha preso il volo, lasciando l’Italia a lottare in un playoff. Ma qual era il piano? Vincere due partite in fila? Facile a dirsi, ma meno a farsi. E il 24 marzo 2022, l’inevitabile è accaduto: l’Italia è stata eliminata dalla Macedonia del Nord, con un gol al 92′ che ha fatto piombare il mondo azzurro in un silenzio surreale. Se non abbiamo potuto applaudire gli avversari, potremmo almeno farlo a Trajkovski, giusto per non sembrare troppo cattivi.

Un triste primato: due mondiali di fila senza partecipazione

Ma non è finita qui. Non è la prima volta che l’Italia si ritrova a guardare i Mondiali da casa, ma per la prima volta nella storia, si è vista costretta a saltare ben due edizioni consecutive. Prima Russia 2018, poi Qatar 2022. Un vero e proprio disastro. Eppure, la Nazionale aveva già assaporato l’amaro calice della non qualificazione in Svezia nel ’58. Già, proprio così. Erano i tempi della Coppa Rimet e l’Italia, invece di scendere in campo, si è dedicata a contemplate le meraviglie della televisione (che, a proposito, all’epoca era una novità).

Un tuffo nel passato: il Mondiale ’58 e le sue curiosità

Parliamo di una Coppa del Mondo che ha segnato la storia. Vinse il Brasile, e non per caso: Just Fontaine, un calciatore francese, stabilì il record di 13 gol in un solo torneo. Ma noi? Noi eravamo a casa a mangiare popcorn, mentre Pelè diventava il più giovane marcatore della storia a soli 17 anni. Se avessimo avuto il biglietto per quella partita, chissà, magari avremmo potuto applaudire l’arte del calcio in un modo completamente diverso.

Dal sogno alla realtà: l’assenza azzurra

Ma torniamo ai giorni nostri, dove la Nazionale ha vissuto un vero e proprio psicodramma durante la qualificazione per i Mondiali di Russia nel 2018. Doppio 0-0 contro la Svezia, e l’Italia ha dovuto rinunciare al pass per l’evento più prestigioso. E pensare che un tempo eravamo abituati a sollevare trofei. Ora? Siamo ridotti a guardare gli avversari e a sperare di non dover affrontare la stessa sorte nel 2026.

A proposito di futuro: se l’Italia non dovesse qualificarsi per il prossimo Mondiale, stiamo parlando di un’assenza di 12 anni. E chi lo sa, magari quel giorno, mentre gli altri festeggiano, noi saremo di nuovo sul divano, con una pizza in mano, a chiedere “Ma come abbiamo fatto a ridurci così?”.

In fin dei conti, il calcio è come la vita: a volte vinci, a volte perdi. Ma noi, cari lettori, siamo qui a tifare per gli azzurri, sperando che la prossima volta sia quella giusta. E chissà, magari sarà il momento di tornare a cantare “Notti magiche” sotto il cielo di un nuovo Mondiale. Forza Italia!

Scritto da AiAdhubMedia

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