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La situazione attuale dei rigori in Serie A
Negli ultimi anni, il campionato di Serie A ha visto un incremento significativo nel numero di rigori assegnati. Solo nelle prime sette giornate della stagione 2024/2025, sono stati fischiati ben 32 rigori, con una media di 4,6 a partita. Questo dato è notevolmente superiore rispetto ad altri campionati europei, come la Liga spagnola e la Premier League, dove le medie sono rispettivamente di 3,7 e 1,7 rigori a partita. Questa situazione ha sollevato un acceso dibattito tra appassionati e addetti ai lavori, portando a interrogarsi sulla qualità delle decisioni arbitrali e sull’efficacia del sistema VAR.
Le dichiarazioni di Gianluca Rocchi
Gianluca Rocchi, designatore degli arbitri di Serie A, ha recentemente affrontato il tema dell’eccesso di rigori in un’intervista. Secondo Rocchi, è fondamentale distinguere tra rigori giusti e quelli che possono essere definiti “rigorini”, ovvero fischiati per episodi di lieve entità. Rocchi ha sottolineato l’importanza di fischiare solo quando ci sono situazioni chiare e decisive, affermando che “quando la pancia dice rigore, nel 98% dei casi è quello giusto”. Tuttavia, ha anche riconosciuto che ci sono stati errori, come nel caso di Cagliari-Atalanta, dove un rigore non è stato concesso nonostante le evidenti violazioni.
Possibili soluzioni e il futuro del VAR
Rocchi ha aperto alla possibilità di modifiche nel sistema VAR, ma ha avvertito che la tecnologia deve essere utilizzata solo per episodi chiari e significativi. L’idea di una VAR a chiamata, proposta da alcuni, potrebbe portare a una deresponsabilizzazione degli arbitri, spostando la responsabilità delle decisioni sui club e sugli allenatori. Invece, Rocchi suggerisce di investire nella formazione degli arbitri, affinché possano prendere decisioni più consapevoli e informate. Collaborazioni con associazioni di allenatori e calciatori sono già in atto per migliorare la comprensione delle dinamiche di gioco e affinare le capacità decisionali degli arbitri.