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Roberto Mancini, il nostro eroe di Wembley, si è ritrovato a chiacchierare al telefono come se fosse un amico di vecchia data. Già, perché quando un ex ct della nazionale che ha trionfato agli Europei nel 2021 ti dice di non sapere nulla sulla sua possibile ricandidatura, non puoi fare a meno di sorridere. Ma andiamo per gradi, che la storia è lunga e piena di colpi di scena.
Un mister di poche parole
“Mi creda, non so niente. Nessuno mi ha chiamato”, ha detto Mancini con un tono che faceva quasi tenerezza. A questo punto, il presidente della Figc, Gravina, ha fatto capire che non c’è fretta, ma chi non vorrebbe vedere Mancini di nuovo sulla panchina azzurra? La domanda sorge spontanea: ci spera ancora di tornare? “Sono ancora dispiaciuto per quel che è successo”, ha confessato, mostrando un lato umano che non guasta mai. Ma non è tutto oro ciò che luccica, e lui lo sa bene.
Il dilemma del ritorno
Ma cosa serve all’Italia adesso? Mancini non vuole entrare nel merito di altri colleghi, ma la verità è che tanti tifosi hanno già espresso il loro amore per lui. “L’ho letto. Ho anche chiamato Sacchi per ringraziarlo”, ha detto, con un sorriso che si percepiva anche al telefono. Insomma, il legame con i giocatori c’è e si sente, ma la domanda è: si sente riconsiderato dall’opinione pubblica dopo le critiche per la sua esperienza in Arabia? “Io faccio l’allenatore, devo farmi scivolare tutto addosso”, ha risposto, quasi come un filosofo del calcio.
La scelta di andare in Arabia
Parliamo ora di quell’estate del 2023, quando ha scelto di mollare tutto e volare in Arabia. Una decisione che ha sollevato un polverone di critiche. E la cosa che più l’ha ferita? “Nulla in particolare, potevo aspettarmelo”. Che uomo stoico, direte voi! Eppure, in quel momento sembrava avesse più detrattori che amici. Ma Mancini ha accettato la situazione con una serenità che solo i veri campioni possiedono.
Ma sarebbe tornato? E perché no
“Non la rifarei perché…”, ha detto, sottolineando che una comunicazione più chiara con la federazione avrebbe potuto evitare quel disguido. E chi non ha mai avuto un momento di confusione nella vita? “Ci siamo anche visti e anche confrontati… il presidente sa che nella vita tutti possono fare degli errori”, ha aggiunto. Insomma, un confronto aperto e onesto, che fa bene al cuore, no?
Verso il futuro
Ma torniamo a bomba sul presente. Mancini è fiducioso: “Ci sono ragazzi da valorizzare”. E chi lo nega? La Nazionale ha bisogno di un rinnovamento, e lui ha una visione. Ma davvero pensa che questa Italia possa essere protagonista al Mondiale? “Intanto sono molto fiducioso sul fatto che si possa andare”, ha ribadito. Chi lo ascolta non può fare a meno di sentirsi carico di speranza, anche se le ultime partite non sono state esattamente un inno alla bellezza del calcio.
Giovani e futuro
“Pochi si ricordano che Retegui è stata una delle mie grandi scommesse”, ha detto con un pizzico di orgoglio. E se potesse scegliere chi “ripescare”? “Ma io non sono il ct”, ha risposto ridendo. Eppure, i nomi dei giovani che potrebbero tornare in auge lo entusiasmano. Chiesa, Liberali… La lista è lunga, ma il succo è sempre lo stesso: l’Italia ha bisogno di nuove energie.
Un’ultima riflessione
In conclusione, Mancini è un uomo di calcio, un sognatore che non ha paura di affrontare le critiche e le sfide. La sua storia è quella di un uomo che ha vissuto momenti di gloria, ma anche di delusioni. E chissà, magari un giorno lo rivedremo a guidare la Nazionale verso nuovi trionfi. Ma fino ad allora, non ci resta che sperare e tifare, perché il calcio è soprattutto passione e sogni.