Roberto Mancini, ex commissario tecnico dell’Italia, non nasconde il suo desiderio di tornare a guidare la nazionale. In un’intervista, esprime la convinzione che la squadra possa qualificarsi per i prossimi mondiali, nonostante le recenti difficoltà. “Un motivo per cui tornerei? Guidare la Nazionale è un sogno, è un’altra cosa rispetto ai club”, dichiara con passione.
Un addio controverso
Mancini ha lasciato la panchina azzurra in un momento delicato, un divorzio che ha lasciato strascichi. “Ho sbagliato scelta, l’ho detto mesi fa, non solo di recente”, ammette. Riflessioni amare su un passato che potrebbe essere diverso: “Se io e Gravina avessimo parlato di più, forse non sarei andato via”. Una frustrazione palpabile, accompagnata da un desiderio di riscatto.
La sfida di un ritorno
Ritornare non è facile, ma Mancini non si arrende. “A Coverciano stavo bene, c’è qualcosa di magico nell’essere ct”. Ricorda con affetto i successi passati: “Il nostro percorso era fatto di vittorie, non è stato un caso”. La sua convinzione è forte: “Abbiamo tutti i mezzi per essere al mondiale”. Ma come reagirà la Federazione a queste dichiarazioni? La tensione è palpabile.
Il futuro è incerto
Parlando di giovani talenti, Mancini non risparmia nomi: “Pafundi è un mistero, deve giocare di più”. E i contatti con grandi club? “Con la Juve avevo parlato, ma ora c’è Tudor. Non ho mai sentito nessuno dell’Inter”. La sua carriera è un continuo saliscendi, tra proposte in Italia e all’estero, ma la ricerca di un nuovo progetto lo tiene sveglio la notte.
Riflessioni finali
La chiacchierata con Mancini svela un uomo determinato, con una visione chiara per il futuro. “Deve essere una proposta che mi rende felice”, conclude. Le porte della Nazionale sono chiuse, ma non sbarrate. Cosa riserverà il futuro per Mancini e per la nazionale italiana? La risposta è nell’aria, e l’attesa cresce.