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Il Mondiale per club è alle porte e con esso si levano le voci di preoccupazione per la salute dei calciatori. Gedeone Carmignani, ex portiere e vice-ct della nazionale ai Mondiali del ’94, non ha dubbi: le condizioni climatiche e il fitto calendario di impegni possono rivelarsi fatali. “Ma guardi, la verità è che si gioca troppo. Finisce un torneo e ne inizia un altro, ma quando riposano questi ragazzi? E come potranno fare la preparazione?”.
Le temperature infuocate di Usa ’94
Il ricordo di Carmignani è vivido. Racconta le temperature infernali che colpirono la sua nazionale nel ’94, dove l’afa non concedeva tregua nemmeno di notte. “Dovevamo tenere accesi i condizionatori, ma i muscoli non ti ringraziano…” spiega. La preparazione atletica dei calciatori è messa a dura prova, e la paura di infortuni è palpabile. “Alla fine del primo tempo, avevo almeno quattro o cinque ragazzi che mi chiedevano la sostituzione. Non ce la facevano proprio a stare in piedi”.
Il caldo e il recupero fisico
Il clima della costa orientale degli Stati Uniti fu un avversario temuto. Carmignani ricorda le passeggiate serali, interrotte dopo pochi minuti per il sudore. “L’ho vissuto sulla mia pelle”. Il New Jersey, scelto per il tifo locale, si rivelò una trappola. “Ricordo la prima partita con l’Irlanda: tanti tricolori, pensai di essere in casa. Poi mi accorsi che erano tutti tifosi irlandesi!”.
Un Mondiale per club rischioso
Ora, il Mondiale per club si presenta come un sacrificio enorme per i calciatori, già provati dalla stagione. “Non c’è tempo per un recupero fisico, ai miei tempi si iniziava a prepararsi a fine luglio e avevi un mese per recuperare”. Carmignani esprime dubbi su come le squadre, in particolare Inter e Juventus, gestiranno la preparazione se arriveranno in fondo.
La Nazionale tra speranze e incertezze
Le preoccupazioni non si fermano ai club. La possibilità di vedere Gattuso come ct della Nazionale con Prandelli come dg è avvolta da un velo di incertezza. “Se fallissimo il terzo Mondiale di fila sarebbe un disastro”. La pressione è alta, e non ci sono risposte certe su come andrà a finire. La partita è aperta e il futuro dei calciatori rimane in bilico.