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Il club nerazzurro ha ufficialmente presentato la sua maglia away per la stagione 2025/26. Un design che non è solo un semplice indumento sportivo, ma un vero e proprio manifesto di valori come inclusione e diversità. La maglia mantiene la tradizionale base bianca, ma è arricchita da un originale motivo a X blu, ispirato all’arte tessile italiana.
Un design ricco di significato
La palette cromatica varia da un delicato ‘Aqua Ghost’ a un profondo ‘Blue Void’, creando un contrasto audace che si staglia sullo stemma del club e sul marchio Nike. La presentazione della maglia ha visto l’Inter affermare che il motivo “celebra la convinzione che una squadra è forte grazie all’unicità di ciascun membro”. Un messaggio potente, quello di valorizzare la diversità, che trova ulteriore conferma con l’iscrizione all’interno del colletto: “Fratelli e Sorelle del Mondo”.
Innovazione tecnologica
Ma non è solo un bel colpo d’occhio. Dal punto di vista tecnico, la maglia è realizzata con la tecnologia Dri-FIT ADV di Nike, sviluppata in collaborazione con atleti per ottimizzare le prestazioni. I tessuti traspiranti e le zone di ventilazione assicurano un comfort superiore, particolarmente utile durante le calde estati, come quelle attese per la prossima FIFA Club World Cup negli Stati Uniti.
Un debutto atteso
La nuova maglia away debutterà nella prima partita del torneo contro il Monterrey, squadra messicana della Liga MX, il 18 giugno. Un incontro che promette emozioni, e che vedrà l’Inter scendere in campo non solo con un nuovo kit, ma con un simbolo di appartenenza e rispetto che trascende il mondo del calcio. “La nuova maglia away non è solo un articolo tecnico, ma un simbolo di valori universali”, ha dichiarato il club.
Disponibilità e distribuzione
Attualmente, la maglia è disponibile negli store ufficiali di Inter e Nike, oltre che presso selezionati rivenditori globali. Un modo per avvicinare i tifosi, che possono così indossare non solo un pezzo dell’abbigliamento sportivo del loro club, ma anche un messaggio di inclusione e unità. La domanda sorge spontanea: quanto può un semplice capo d’abbigliamento diventare un simbolo di cambiamento? La risposta, si spera, si vedrà sul campo.