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Il primo derby: un’emozione unica
Il primo derby arbitrato da Paolo Casarin, un nome che evoca rispetto e ammirazione nel mondo del calcio, è stato un momento indimenticabile. Si trattava di Inter-Milan, una sfida che ha segnato non solo la sua carriera, ma anche il cuore di tutti gli appassionati di calcio. Casarin ricorda con affetto i capitani di quel giorno, Mazzola e Rivera, simboli di un’epoca d’oro per il calcio milanese. “A quei tempi non era pensabile che chi vivesse a Milano lo arbitrasse”, ha affermato, sottolineando l’importanza di quel momento storico.
San Siro: il tempio del calcio
Entrare a San Siro è un’esperienza che va oltre il semplice atto di arbitrare. Casarin descrive il suo arrivo in campo come un momento in cui “senti il cuore della gente che batte”. Questo stadio, un vero e proprio monumento del calcio, rappresenta non solo una location, ma un simbolo di passione e tradizione. “Facciano pure nuovi impianti, ma non tocchino San Siro”, ha esclamato, evidenziando l’importanza di preservare la storia e l’emozione che questo luogo incarna.
Il Pibe de Oro e il rispetto in campo
Parlando dei grandi del calcio, Casarin non può non menzionare Diego Maradona, che ha avuto un impatto significativo sulla sua carriera. “Il più grande giocatore che ho diretto? Maradona”, ha dichiarato con ammirazione. Ricorda un episodio in cui il campione argentino gli chiese di proteggere i suoi piedi, il suo strumento di lavoro. Questo gesto dimostra la grande umanità di Maradona, un atleta che, nonostante le sue controversie, ha sempre mostrato rispetto per il gioco e per chi lo dirigeva. Casarin ha anche parlato di un altro grande del calcio italiano, Gaetano Scirea, descritto come “il più corretto”, un leader silenzioso che ha sempre mantenuto un comportamento esemplare in campo.