Gianluca Sordo: riflessioni e rimpianti di un ex calciatore

Un'intervista rivelatrice a Gianluca Sordo, che svela i suoi rimpianti e delusioni nel mondo del calcio.

La carriera di Gianluca Sordo

Gianluca Sordo, ex centrocampista di squadre illustri come Torino, Milan, Reggiana e Bari, ha recentemente condiviso i suoi pensieri in un’intervista profonda e toccante. Con oltre 140 presenze in Serie A e un passato nella nazionale Under 21, Sordo ha vissuto momenti intensi, sia sul campo che fuori. Tuttavia, è evidente che il tempo ha lasciato segni indelebili nella sua memoria, con rimpianti e dolori che continuano a perseguitarlo.

Un mondo calcistico che dimentica

Durante l’intervista, Sordo ha espresso la sua delusione riguardo al mondo del calcio, che sembra averlo dimenticato. Le esperienze di un ex giocatore, che ha dato tanto al gioco, non sempre vengono riconosciute. Sordo ha sottolineato come, nonostante abbia avuto una carriera promettente, si senta trascurato e poco apprezzato. Questo sentimento di abbandono è comune tra molti ex calciatori, che si trovano a dover affrontare la vita dopo il calcio con un bagaglio di ricordi e rimpianti.

Un brutto episodio del passato

Uno dei momenti più difficili della sua vita è stato l’episodio del 2005, quando Sordo è stato aggredito in un locale. Racconta di una serata in cui, senza volerlo, ha pestato il piede a una ragazza, un gesto che ha scatenato una reazione violenta. Questo incidente ha segnato un punto di svolta nella sua vita, facendogli comprendere quanto possa essere fragile la notorietà nel mondo del calcio.

Critiche al suo ex procuratore

Nel corso dell’intervista, Sordo non ha risparmiato critiche al suo ex procuratore, Oscar Damiani. “Dopo dieci anni di collaborazione, mi ha abbandonato come se fossi un peso. Era chiaro che non ero più interessante per lui”, ha dichiarato Sordo, esprimendo il suo disappunto per una mancanza di rispetto e valori nel mondo professionale. Queste parole evidenziano come il calcio possa essere spietato, dove le relazioni possono rompersi facilmente quando non si è più in auge.

I ricordi delle esperienze con Reggiana e Bari

Riflettendo sulle sue esperienze con la Reggiana e il Bari, Sordo ha condiviso la sua frustrazione per come la carriera sia stata influenzata da infortuni e percezioni sbagliate. “Alla Reggiana ho subito cinque lesioni gravi, mentre a Bari ero visto solo come l’uomo di Fascetti, un tecnico che aveva avuto conflitti con i tifosi. A 28 anni, nessuno voleva ingaggiarmi, ma mi sono chiesto: perché neanche un club di Serie B?”, ha raccontato, facendo emergere il suo senso di ingiustizia e rifiuto che ha vissuto nel corso degli anni.

Riflessioni su Allegri

Nel corso della conversazione, Sordo ha menzionato un altro ex collega, Massimiliano Allegri, commentando la sua mancanza di contatto durante i momenti difficili. “Quando mi sono trovato in difficoltà all’Aglianese, Allegri non si è mai fatto vivo. È un segno di come le relazioni nel calcio possano essere superficiali”, ha dichiarato Sordo, rimarcando il valore della solidarietà tra colleghi, specialmente in tempi difficili.

Il rimpianto più grande

Il rimpianto più grande di Gianluca Sordo è legato a un momento cruciale della sua carriera: la finale di Coppa UEFA contro l’Ajax, dove un colpo di testa che avrebbe potuto cambiare le sorti della partita si è fermato contro la traversa. “Un minuto dalla fine, e quella traversa ha segnato non solo la fine della partita, ma anche un cambiamento nella mia carriera e nella storia del Torino”, ha ricordato con nostalgia. Questo episodio rappresenta il peso che le piccole cose possono avere in una carriera, e come un attimo possa segnare un destino.

Scritto da AiAdhubMedia

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