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Se pensi che la vita di un avvocato sia noiosa, beh, preparati a ricrederti! Franzo Grande Stevens, che ci ha lasciato venerdì 14 giugno all’età di 96 anni, non era solo un avvocato, ma una sorta di supereroe del diritto (senza mantello, ovviamente, ma con un’ottima giacca). Sì, perché questo signore ha avuto un ruolo cruciale nel mantenere la famiglia Agnelli al timone della FIAT. E non stiamo parlando di una piccola azienda, ma di un vero impero industriale! Ricordate il film ‘Il Padrino’? Ecco, immaginate che il protagonista fosse un avvocato italiano e avesse a che fare con le auto invece che con la mafia.
Un inizio promettente
Franzo nacque a Napoli nel 1928 e, come ogni grande storia, anche la sua ha avuto un inizio piuttosto umile. Laureatosi in Giurisprudenza all’Università Federico II, si trasferì a Torino, dove ha passato gran parte della sua vita a costruire un impero di relazioni e influenze. In pratica, il suo curriculum sembra più un romanzo che un semplice elenco di lavori. Era un po’ come il Facebook degli avvocati: connesso a tutti, da Ferrero a Lavazza, passando per l’Aga Khan. Se avesse avuto un profilo LinkedIn, avrebbe avuto più collegamenti di un politico in campagna elettorale!
Un avvocato con coraggio
Ma chi pensava che fosse solo un avvocato d’affari si sbagliava di grosso. Durante i periodi più bui del terrorismo, Grande Stevens non ha esitato a difendere i capi delle Brigate Rosse, un atto che avrebbe fatto tremare anche i più coraggiosi. E mentre molti scappavano a gambe levate, lui portava avanti il processo, armato solo del suo senso del dovere e di una grande dose di coraggio. Immaginate di trovarvi in una stanza piena di gente arrabbiata e di dire: “Ehi, ho deciso di difendere i cattivi!” Non è esattamente un modo per farsi degli amici, giusto?
Un legame con il calcio
Ma non è tutto qui. Franzo è stato anche presidente della Juventus dal 2003 al 2006. Pensateci: un avvocato che si occupa di diritto e calcio. Se avesse aperto un bar, sarebbe stato il posto più frequentato dai tifosi! In ogni caso, la sua vita è stata un mix di diritto, affari e sport, il tutto condito da una generosa dose di ironia. Chi l’ha conosciuto testimonia che amava scherzare sul fatto che, pur non potendo più camminare bene, “non aveva mai lavorato con i piedi”. Un uomo che si prendeva sul serio, ma non troppo!
Un’eredità duratura
Franzo Grande Stevens ha lasciato un’impronta indelebile nel panorama giuridico e industriale italiano. Per John Elkann, era “un giurista eccelso, un amico di famiglia, un grande juventino”. E se qualcuno ha il diritto di dire così, è proprio chi ha potuto apprezzare la sua professionalità in prima persona. Dopo una vita trascorsa a tessere relazioni e a difendere diritti, oggi ci lasciamo alle spalle non solo un avvocato, ma un simbolo di dedizione e impegno. La sua storia è un promemoria che, anche nei tempi più difficili, il coraggio e la competenza possono fare la differenza. E, credetemi, questo è qualcosa che non possiamo ignorare.