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In vista dell’imminente UEFA Women’s EURO 2025, adidas ha lanciato una nuova campagna filmica che mette sotto i riflettori come la competizione possa fungere da catalizzatore per la crescita nel calcio femminile. Questa iniziativa si inserisce nel contesto della campagna globale “You Got This”, che promuove positività, sostegno e resilienza nello sport. Ma ci si deve chiedere: fino a che punto la rivalità può realmente contribuire alla crescita individuale e collettiva delle atlete?
La rivalità come strumento di crescita
Il cortometraggio di adidas si concentra su atlete di élite come Aitana Bonmatí, Alessia Russo e Stina Blackstenius, illustrando come il rispetto reciproco tra avversarie possa portare a prestazioni superiori. In particolare, il rapporto tra Russo e Bonmatí emerge come un modello di come la competizione non debba necessariamente essere distruttiva, ma possa invece stimolare un miglioramento reciproco. Questo approccio è particolarmente rilevante nel contesto attuale, dove le atlete cercano di affinare le proprie abilità in un ambiente altamente competitivo.
Russo, parlando della sua esperienza, ha sottolineato che lavorare a fianco delle migliori atlete del mondo è una continua fonte di apprendimento. La sua affermazione mette in luce un aspetto fondamentale: la competizione è un veicolo di crescita e non solo una battaglia per la vittoria. Questo è un concetto che chiunque abbia lanciato un prodotto nel mondo delle startup conosce bene; il confronto con i concorrenti può portare a innovazioni e miglioramenti significativi.
Un’analisi dei dati di crescita
I dati raccontano una storia diversa rispetto all’immaginario collettivo della competizione. Spesso, le narrazioni di rivalità nel calcio tendono a concentrarsi solo sul conflitto, trascurando l’aspetto collaborativo. Le statistiche mostrano che le atlete che si sfidano in modo costruttivo tendono a migliorare le loro performance nel tempo, riducendo il churn rate e aumentando il lifetime value (LTV) delle loro carriere.
Questo è il motivo per cui campagne come “You Got This” sono così cruciali. Non si tratta solo di celebrare le vittorie, ma di promuovere un ambiente dove le atlete possano prosperare grazie al supporto reciproco. La campagna non si limita a mettere in risalto gli aspetti più competitivi, ma sottolinea anche l’importanza di un ecosistema sportivo sano, dove il supporto tra compagne di squadra, allenatori e fan gioca un ruolo chiave nel ridurre il burn rate delle carriere premature.
Lezioni pratiche per founder e product managers
Le dinamiche di competizione e collaborazione nel calcio femminile offrono spunti preziosi per i fondatori e i product manager. La prima lezione è che la rivalità può essere una forza positiva. In un contesto di startup, questo può tradursi nell’importanza di avere competitor che ci spingono a migliorare e innovare. Ho visto troppe startup fallire perché si sono lasciate sopraffare dalla paura del confronto, anziché usarlo come un’opportunità per crescere.
In secondo luogo, la creazione di un ambiente di sostegno è fondamentale. Le aziende che incoraggiano la comunicazione aperta e il feedback costruttivo tendono a ottenere risultati migliori. Questo approccio non solo migliora le performance individuali, ma crea anche una cultura aziendale più resiliente.
Takeaway azionabili
Per concludere, ci sono diverse takeaway azionabili che possiamo estrarre da questa analisi. Prima di tutto, rivalità e supporto non sono opposti, ma coesistono in un ecosistema sportivo e imprenditoriale sano. È essenziale costruire un team che possa sfidarsi e supportarsi a vicenda. In secondo luogo, analizzare i dati di performance e il feedback può fornire indicazioni preziose su come migliorare continuamente. Infine, mantenere una mentalità aperta verso la competizione può rivelarsi un vantaggio strategico nel lungo termine.