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La crescente minaccia degli attacchi ransomware
Negli ultimi anni, il mondo del calcio italiano ha dovuto affrontare una crescente minaccia: gli attacchi ransomware. Questi attacchi informatici, che mirano a rubare dati sensibili e chiedere riscatti, stanno diventando sempre più comuni, e il recente caso di San Siro e Bologna ne è un chiaro esempio. I pirati informatici, noti come Bashe, hanno messo a segno un colpo devastante, esfiltrando un terabyte di dati dalla società che gestisce il famoso stadio di Milano. Questo evento ha sollevato interrogativi sulla sicurezza informatica nel settore sportivo e sulla preparazione delle società ad affrontare tali minacce.
Il caso di Bologna: un attacco senza precedenti
Il Bologna Calcio ha subito un attacco informatico che ha portato alla sottrazione di 200 gigabyte di dati. Questo attacco è stato il 135esimo del 2024 ai danni di una realtà italiana, evidenziando la vulnerabilità delle organizzazioni sportive. Le informazioni rubate, che includono contratti e strategie di mercato, sono state pubblicate online, rendendo evidente la necessità di una maggiore sicurezza. Gli esperti di sicurezza informatica avvertono che le società sportive devono investire in misure di protezione adeguate per prevenire tali incidenti, poiché i dati personali dei tifosi e dei dipendenti sono a rischio.
La responsabilità delle società sportive
È fondamentale che le società sportive comprendano l’importanza della sicurezza informatica. Non basta dichiarare di non aver pagato il riscatto; è essenziale adottare misure preventive. Le organizzazioni devono investire in formazione per il personale e in tecnologie di sicurezza avanzate. La mancanza di investimenti in questo settore può portare a conseguenze disastrose, non solo per le società stesse, ma anche per i tifosi e i partner commerciali. La trasparenza nella comunicazione è altrettanto cruciale: i tifosi hanno il diritto di sapere come vengono gestiti i loro dati e quali misure vengono adottate per proteggerli.